LULU/1


LULU/1
di Andrea Tincani


 “...e il signore onnipotente lo colpì e lo mise nelle mani di una donna”.
La bibbia – Libro di Giuditta
       
Il piacere dell’uomo sarebbe soltanto un empio passatempo e mai sarebbe stato creato se non fosse l’accessorio del piacere femminile”
Karl Kraus

“ Thanks God  for women”
Albert Ayler

 

" Insomma, diciamo, che quel tipo ha aperto il tuo personale vaso di Pandora. Avresti potuto farlo da sola, l'ha fatto lui per te".
" Scusa, ti fermo subito perché sei sempre il solito  saccente. Chi sarebbe questa Pandora? Possibile che tu non riesca mai ad essere diretto?"
"Ma no, che c'entro io adesso... insomma .... Pandora, te la dovresti ricordare. E' quel mito della Bibbia, anzi, no scusa, quel mito greco... Insomma è Lulu".
"E Lulu, scusa prof. del cazzo, chi sarebbe? La grande vacca di Babilonia?".
"Ma no, sei stronza tu adesso, Lulu la conosci, pensaci. E' quella attrice del muto, americana, Louise Brooks. Sai quella che ha ispirato Valentina... l'eroina dei fumetti di Crepax".
"Insomma sarei stata  una signora un po' promiscua, ad esser fini ? Una specie di Bocca di rosa ".
"Sì come Dallas di Ombre rosse. Cazzo dici, sei stronza tu adesso. Se Bocca di rosa è quella di De Andrè, giusto? ...a proposito di citazioni ….” .
L. annuisce.
“.... non c'entra niente. Quella è una puttana . Valentina no. Anzi  è un grande simbolo della liberazione sessuale. Una donna moderna.  E,poi, ci deve essere anche un'opera teatrale. Sì sì, c'è. Di un austriaco. No scusa, di un tedesco. No... sì  sono sicuro , di un tedesco….. Però adesso non mi ricordo il nome".
"Insomma la battutina pseudo colta per poi non dirmi niente. Non è, signorino che sei un po' in difficoltà?".
Ero veramente in difficoltà.
Mi trovavo in montagna - che detesto - ad uno di quei raduni di ex compagni che a partire dai 40 anni viene sempre in mente a qualcuno di organizzare e a cui si partecipa sempre con un po' d'ansia di scoprire se c'è stata qualche defezione  per malattia  o peggio.
Eravamo un gruppetto un po' particolare che aveva condiviso due anni di studio "matto e disperatissimo" per ( cercare di) diventare magistrato. Qualcuno ce l'aveva fatta, qualcuno era diventato avvocato, qualcuno, aveva fatto dell'altro.

 



La mia ansia personale  era che avrei incontrato sicuramente anche L. con la quale avevo avuto, allora,  una breve ma intensa storia . Di L. che era più giovane di me, come tutti,  di  6 anni, non avevo avuto da tempo più notizie dirette  ma solo qualche informazione da parte della sua amica F. che era rimasta a fare l’avvocato a Modena e con cui ogni tanto mi sentivo.
Sapevo più o meno che dopo aver vinto il concorso era stata prima in Basilicata, poi era risalita in Abruzzo ed infine in Lombardia. Era stata sposata  aveva avuto un figlio, era divorziata, e aveva da anni un nuovo compagno, anche lui magistrato  (i magistrati hanno un po' questa tendenza a frequentarsi molto tra loro  ed, ogni tanto, a innamorarsi).
L' ansia  nasceva dalla circostanza che non ci eravamo lasciati benissimo all'epoca, io non mi ero fatto più vivo e avevo, mescolati,  un po' di timore ma anche di curiosità nel rincontrarla con in aggiunta , come potrei dire, un misto di nostalgia e desiderio. Insomma non sapevo che cazzo di effetto mi avrebbe fatto.
Andò più o meno bene. Lei era ancora molto bella io ero "tondo" come allora. Ci  abbracciammo e ci parlammo con la confidenza di due vecchi amici e un po' ci isolammo dal resto del gruppo.



 
L. dopo aver pazientemente ascoltato la mia storia tutto sommato piuttosto banale, mi raccontò la sua che era stata un po' più complicata. E mi disse cose anche abbastanza intime forse sentendosi libera  di parlare con uno che era in fondo  uno sconosciuto ma di cui, anche,  sapeva di potersi  fidare.
Un particolare mi colpì della sua storia e innescò il dialoghetto iniziale.  Dopo aver lasciato il primo marito aveva avuto un periodo di sbandamento e aveva intrapreso una relazione con un altro uomo , sposato e   più vecchio di lei. Un po' per la situazione, che al tempo stesso   la imbarazzava e  la intrigava, un po' per la maggiore esperienza di lui, si era lasciata andare a una , chiamiamola così,  ri/scoperta del proprio corpo e delle proprie capacità di seduzione. Poi la cosa  si era conclusa ma lei aveva continuato per un  periodo  a praticare una certa  promiscuità. E la cosa, mi confidò,  al tempo stesso le piaceva e la spaventava. Tanto che alla fine aveva deciso di darci un taglio si era messa con l'attuale compagno , un po' alla volta se ne era  innamorata e aveva nuovamente raggiunto una sua stabilità . Insomma aveva richiuso il vaso e ricordava quel periodo come una cosa che le apparteneva e non le apparteneva. Una specie  di sogno , un'immersione in desideri che erano evidentemente suoi ma che non pensava di avere. Che,poi, questi fossero stati del tutto appagati o, sottotraccia, ancora palpitassero non riusciva a capirlo del tutto ma in fondo non le importava. Era felice così.
Ecco mi aveva fatto questo discorso e io non ero riuscito a fare altro che citare Pandora. Un po' pochino, lo ammetto ma, aveva ragione lei, mi aveva messo in difficoltà. Nulla credo spaventi di più un maschietto che trovarsi sbattuto in faccia, con totale sincerità, il mistero della sessualità femminile. Ma che dico della sessualità. Il mistero del femminile. E, poi, lo confesso mi ero un po' eccitato e  provavo una certa invidia per il primo scoperchiatore. Mi "salvò" F. che sopraggiunse con due coppe di prosecco francese e ci prese sottobraccio per portarci al primo brindisi del gruppo. Non ho mai capito se la cosa fu un caso o fu voluta. E, comunque, chi dei due volesse salvare.
Ad ogni buon conto cenammo, ridemmo e ad una certa ora ripartimmo io tornai a casa , lei  a casa di  di F. Non l'ho più rivista da allora anche se....
Ero veramente incazzato con me stesso. E non tanto per la figura da imbranato che ci poteva pure stare ma per essere stato accusato, e a ragione, di essermela tirata. Dopo un tentativo telefonico, fatto qualche giorno dopo, da cui capii che per lei non era successo niente di particolare se non un po' di chiacchiera con un vecchio "amico", le uniche  cose che mi restavano da fare  erano o non pensarci più o quantomeno cercare di capire chi era veramente Lulu e se c'entrava veramente con quello che avevo detto. Naturalmente scelsi la seconda soluzione e indagando sul personaggio, secondo il consueto principio delle coincidenze, scoprii un sacco di cosette piuttosto intriganti.
Alla fine di quel lavoro di ricostruzione scrissi una specie di rapporto a L. che la divertì molto. Mi  rispose per ringraziarmi,  mi confidò che era diventata bravissima a fare dolci  e, per provarmelo, mi mandò una torta. Che non era male anche se un po' bruciacchiata. Da allora ci scriviamo saltuariamente, ogni tanto ci telefoniamo e, immancabilmente, nella data del nostro reincontro io le mando una cartolina e lei mi spedisce una torta. Sempre un po' bruciacchiata. E questa cosa è sicuramente  una metafora. Su cui  rifiuto ogni approfondimento.
Invece, sollecitato da due film e da un disco di rock usciti in questi ultimissimi anni e di cui rivelerò il titolo solo nel finale ho ritenuto di riprendere in mano quel vecchio rapporto, di aggiornarlo e di dargli una diffusione maggiore. Spero lo troverete divertente.


 

La prima cosa che feci allora quando decisi di studiare Lulu/Pandora fu di precisarmi, quanto meno, le origine, per me un po' vaghe del personaggio.
Innanzitutto il mito. Poi l'opera di Wedekind, il dramma musicale di Berg, il film di Pabst e, naturalmente Valentina. 
Andiamo con ordine.
Quello di Pandora (Πανδώρα, da πᾶς "tutto" e δῶρον "dono", cioè "tutti i doni”) è un mito greco. Ne parla, tra gli altri Esiodo ne “Le opere e i giorni”. Narra il mito che  Zeus, infuriato per il furto del fuoco divino commesso da Prometeo, decise di punire questi e la sua amata creazione: il genere umano. Prometeo venne incatenato ad una roccia ed ogni giorno un'aquila gli divorava il fegato. Per punire gli uomini, Zeus ordinò ad Efesto di creare una bellissima fanciulla, Pandora, alla quale gli dei offrirono grazia e ogni sorta di virtù. Ermes, che aveva dotato la giovane di astuzia e curiosità, venne incaricato di condurre Pandora dal fratello di Prometeo che nel frattempo era stato liberato da Eracle, Epimeteo. Questi, nonostante l'avvertimento del fratello di non accettare doni dagli dei, sposò Pandora, da cui ebbe Pirra. Ella recava con sé un vaso regalatole da Zeus, che però le aveva ordinato di lasciare sempre chiuso. Ma, spinta dalla curiosità, Pandora disobbedì: aprì il vaso e da esso uscirono i mali del mondo: la vecchiaia, la gelosia, la malattia, la pazzia ed il vizio, che si abbatterono sull'umanità. Sul fondo del vaso rimase solo la speranza che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l'umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l'apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale, simile ad un deserto, finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza, l'ultima a morire, ed il mondo riprese a vivere.

 



A questo mito alla fine dell’800 si ispirò lo  scrittore, drammaturgo e attore teatrale tedesco Frank Wedekind (Hannover, 24 luglio 1864 – Monaco di Baviera, 9 marzo 1918), per scrivere due tragedie, unificate poi in una con il titolo “Lulu”, dal nome della protagonista. Le due tragedie sono originariamente:  “Lo spirito della terra” (Erdgeist) in quattro atti, pubblicata nel 1895 e  “Il vaso di Pandora” pubblicata nel 1904  (Die Büchse der Pandora). Tema dell’opera è l’esaltazione della figura femminile che, pur  con tutte le ambiguità dell’epoca, ha in ogni caso per l’autore la doppia  funzione eversiva di esaltatrice della sessualità e di critica della borghesia tedesca. ( naturalmente ci torneremo su). “Lulu” in ogni caso è fondamentale per la storia del teatro espressionista tedesco e i suoi influssi si spingono fino a Brecht.
Tra il 1928 ed il 1935 il grande musicista tedesco post dodecafonico Alban Berg ridusse le due tragedie di Wedekind ad un libretto d’opera e compose una delle opere fondamentali del teatro musicale moderno “Lulu”. L’opera  rimase incompiuta, avendo l'autore strumentato soltanto i primi due dei tre atti di cui è composta. Solo nel 1979 Friedrich Cerha ha strumentato il terzo atto. La prima rappresentazione in forma scenica dei prime due atti avvenne a Zurigo il 2 giugno del 1937, due anno dopo la morte di Berg, mentre i pezzi sinfonici tratti dall'opera, denominati Lulu-Symphonie, erano già stati eseguiti a Berlino nel 1934 sotto la direzione di Erich Kleiber e successivamente a Vienna nel 1935. Il 24 febbraio 1979 venne eseguita all'Opéra di Parigi la versione in tre atti sotto la direzione di Pierre Boulez.
A testimoniare definitivamente la valenza di Lulu come grande mito culturale del ‘900, nel 1929, e cioè a cavallo tra opera teatrale e opera musicale, il regista tedesco Georg Wilhelm Pabst girò “ Il vaso di Pandora (Die Büchse der Pandora)”, anche conosciuto con il titolo “Lulu - Il vaso di Pandora” e lo fece interpretare dall’attrice americana  Louise Brooks. Il  film resta a tutt’oggi un capolavoro dell’erotismo cinematografico e Louise, beh, Louise è … un mito ( con il che il cerchio si chiude) . Uno dei più inossidabili miti della storia del cinema.

 




E, qui, per il momento mi fermo anch’io dopo aver dato alcune informazioni che mi parevano necessarie.
E riprenderemo da dove ero partito io tanti anni fa, da un altro mito, molto personale,  Valentina di Crepax che è in realtà , come scopriremo, Louise Brooks.
Per la precisione partiremo da uno scritto di uno dei più importanti pediatri italiani , Marcello Bernardi, pubblicato sulla rivista “Linus” del febbraio 1972 e intitolato “ Parental Fumettophobic  Syndrome” che rispondeva alla fatidica domanda che segue ( io avevo 14 anni…) :

 
             
TRAILER          

 Nelle prossime puntate  scoprirete che origine ha il nome Lulu,  se è vero che Wedekind scrisse i suoi due drammi per vendicarsi di Lou Andreas Salome da cui era stato respinto, se la scena iniziale del dramma  con il domatore da circo era simbolica o realistica. E,poi, chi era Lola Montes e che rapporti aveva con Carmen e con Concha ? Perchè i Doors, mitico gruppo rock hanno inciso nel loro primo album un brano intitolato “The devil is a woman”?  Chi era Sabina Spielrein? Lola Lola  di Marlene Dietrich è in realtà Lulu?  E’ vero che  Shakesperae aveva già scritto tutto tra il 1595 e il 1600? Oltre alle Lulu ci sono delle Pandore dello schermo? E una di loro  era veramente l'amante perduta dell'Olandese volante? Cosa contengono i diari delle cameriere e le scatole delle belle di giorno? Louise Brooks e Marlene si amavano o si odiavano? Perchè Nicholas Ray ha chiamato Vienna la protagonista del western “Johnny guitar”? Chi è veramente Harry Dawes? E’ possibile che Lotte Lenya, la prima interprete de “L’opera da tre soldi”, musa e moglie di Kurt Weill, abbia insegnato a cantare a Bob Dylan? Perché Dixon Steele era sempre incazzato? “Nature boy” hit di Nat King Cole del 1947 è veramente uno dei testi chiave per capire il ‘900?  Tutto questo e moltissimo altro prossimamente sugli schermi dei vostri p.c. !

 

                                                                                                                

 

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